Avere 9 anni e fare più soldi dei tuoi genitori
Parliamo di Ryan Kaji, lo YouTuber più pagato dell'anno.
Ciao,
io sono Amanda e questo è il terzo numero di “Bollicine”, la newsletter in cui trovi una cosa d’attualità e qualche riflessione.
Il secondo numero parlava del modo in cui comunicano gli alberi. Poi ne ha parlato anche Internazionale e la mia autostima ha ringraziato. Oggi invece parliamo di YouTube, nuove ere oscure e Flavio Insinna. Buon divertimento.
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Direttori Creativi molto giovani
Chissà com’è avere 9 anni e fare più soldi dei propri genitori. Me lo chiedo da qualche giorno, perché Forbes ha da poco pubblicato la lista degli YouTuber più pagati del mondo nel 2020 e ha messo al primo posto un bambino di 9 anni. Si chiama Ryan Kaji, vive in Texas ed è il Direttore Creativo della Sunlight Entertainment, l’azienda di famiglia che crea contenuti per il suo canale YouTube e gestisce tutte le attività collaterali di Ryan.
Questo è il terzo anno di fila in cui Ryan si posiziona al primo posto della classifica di Forbes. Secondo le stime del magazine, negli ultimi 12 mesi avrebbe guadagnato 29,5 milioni di dollari grazie ai video pubblicati sul suo canale, il Ryan’s World. Prima di andare avanti, ricordiamoci che, come scrive Maria Sherman su The Jezebel, Forbes è la stessa testata che ha dichiarato Kylie Jenner una “miliardaria self-made”, e ha poi detto che non era vero, Kylie Jenner non è miliardaria e non è certo partita da zero. Conclusione: prendete queste cifre con le pinze.
Ma torniamo a noi. Parlare di Ryan come del volto di un canale YouTube in cui fa unboxing di giocattoli sarebbe riduttivo. Quello di Ryan è un “marchio internazionale d’intrattenimento per bambini che vive grazie all’entertainment digitale e televisivo, ai giocattoli e ai prodotti per consumatori,” come si legge nella sezione about della Sunlight Entertainment.
Alla stima di Forbes, dunque, vanno aggiunti i ricavi generati da giocattoli, partnership e quant’altro, che dovrebbero aggirarsi sui 200 milioni di dollari l’anno. Ah, c’è anche un deal con Nickelodeon per un programma in esclusiva, ma la cifra dell’accordo non è stata resa nota, quindi non ci resta che fare ipotesi a riguardo.
Teletubbies e Flavio Insinna
Repubblica definisce Ryan “un conduttore nato” che si guadagna da vivere “scartando pacchetti”, e io penso subito a un piccolo Flavio Insinna ad Affari Tuoi Kids. I suoi tempi comici sono perfetti, le frasi brevi ma efficaci, l’entusiasmo pare genuino. Tutto funziona e quindi sembra che niente funzioni davvero. Ecco perché, dopo aver visto alcuni video di Ryan, sono corsa a rileggermi Nuova Era Oscura di James Bridle.
Scrittore e giornalista esperto di tecnologia, nel suo libro Bridle dedica un intero capitolo al fenomeno dei video di unboxing per bambini su YouTube. Sono tre, secondo lui, gli elementi alla base del successo frastornante di questi contenuti: attraggono i bambini, promettono una ricompensa finale e sono tutti estremamente simili tra loro. Lo spiega come segue:
“I bambini a cui venivano mostrati questi video rimanevano incollati a guardarli riguardarli all'infinito con la stessa concentrazione con cui quelli delle generazioni precedenti consumavano le pellicole dei loro film Disney preferiti. Più piccoli sono i bambini, meno importa il contenuto del video. La ripetizione di tutto il processo, unita ai colori sgargianti e alla sensazione costante di svelamento, sembra ipnotizzarli. Su YouTube i bambini possono navigare tra ore e ore di contenuti simili, perennemente eccitati dalla costante ripetizione e dalle sorprese sempre diverse, mentre i loro desideri vengono incessantemente alimentati dagli algoritmi per i video consigliati del sistema.”
La vera figata della sua tesi, però, sta nel fatto che, secondo lui, il vero pubblico per cui questi video sono pensati, realizzati e diffusi non sono i bambini, ma gli algoritmi che scelgono cosa mostrare loro. Messo davanti a un tablet, un bambino difficilmente selezionerà un video specifico, lasciandosi invece cullare da ciò che gli propone YouTube. E se sono gli algoritmi a decidere cosa viene visto e cosa no, se viene lasciata a loro la responsabilità di scegliere resterà nell’oblio dei video dimenticati e cosa avrà invece successo, allora “diventa impossibile determinare il livello di automatizzazione o analizzare il gap tra l'intervento umano e quello della macchina”, come sostiene Bridle.
In un recente articolo del The Guardian, Benjamin Burroughs, esperto di trend digitali e ricercatore presso la University of Nevada, aggiunge un ulteriore livello di complessità alla faccenda. Secondo Burroughs i genitori e il team di Ryan non hanno solo capito come sfruttare a loro favore gli algoritmi, ma hanno trasformato Ryan in un marchio in carne ed ossa. Possiamo considerare questo novenne un brand a tutti gli effetti, paragonabile alla Hasbro o alla Mattel per i numeri che macina.
I Windsor di YouTube
Ma Ryan sta invecchiando. Di cosa parlerà al suo pubblico quando sarà un adolescente di 12 o 13 anni? Farà ancora tutti quei gridolini esaltati? Riuscirà a sembrare genuino scartando un gioco pensato per chi è nato un decennio dopo di lui? Non si sentirà, in altre parole, un coglione completo che finge entusiasmo davanti a una videocamera professionale?
Mi chiedo se gli iscritti al suo canale cresceranno con lui e si adatteranno al nuovo tipo di contenuti che proporrà in futuro, oppure se continueranno a volere un bambino che fa e dice cose da bambino. Fortuna vuole che Ryan abbia due sorelline che, nel caso in cui sarà il secondo scenario ad avverarsi, potranno aiutarlo nel portare avanti l’eredità di Ryan’s World.
Quello delle famiglie di YouTuber con tanti figli è un trend che mi ossessiona, perché mi ricorda le dinastie delle monarchie occidentali e tutta quella roba di imperi e lotte per il potere. La storia più eclatante e spaventosa che io ricordi a tal proposito è quella della famiglia Stauffer. Myka e James hanno 3 figli, ma decidono di adottarne un quarto. La “scelta” (perché di “scelta” si tratta) ricade su Huxley, un bambino cinese con gravi problemi di salute. Huxley diventa ben presto il fulcro dei contenuti creati dagli Stauffer. Nel giugno 2020, in quello che sarà il loro ultimo video su YouTube, affermano di aver ri-dato in adozione il figlio a un’altra famiglia. Non avevano ben afferrato la dimensione dei bisogni di Huxley prima di adottarlo, dicono.
Ecco, in questo marasma di video, post su Instagram, contenuti e colori sgargianti, l’unica cosa che mi pare chiara è che non abbiamo più idea di cosa sia la realtà e cosa sia, invece, la finzione. L’iperrealtà di Baudrillard è ovunque, i simulacri pure, e quindi Buon Natale da me e Ryan.
PS: l’azienda di famiglia Sunlight Entertainment sta assumendo, metto qui il link che non si sa mai.
Le cose che devo dire prima di concludere, altrimenti non sembra una vera newsletter:
1) Le newsletter crescono quando la gente ne parla, quindi se vuoi aiutarmi e dire ai tuoi amici di iscriversi, questo è il link giusto per farlo.
2) Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi di “Bollicine”. Se vuoi, puoi farlo via Instagram, Twitter o email.
3) Se non trovi la newsletter, controlla lo spam e poi spiega al tuo provider di posta elettronica che no, “Bollicine” non è spam. Grazie al cazzo, mi dirai tu, ma secondo Substack è importante reiterare il concetto quindi eccomi qui a reiterarlo.
4) Se niente funziona, ricorri all’archivio. Lo trovi qui.
Dire grazie
Jezebel è un posto bello dell’internet, almeno per me. È lì che ho letto di Ryan, quindi grazie Jezebel.